La bellezza dell'inverno
Che l’appassionato d’armagnac consideri questa stagione il momento fondamentale dell’oggetto del suo amore, è naturale: si distilla!
È pur vero che la creatura parte da molto più lontano e che godrà di una lunga vita, però quella è l’occasione per la quale si espone il fiocco sulla porta di casa.
Non c’è da stupirsi quindi che buona parte dei miei viaggi sia avvenuta in inverno e già così avrei ampia comprensione da parte del lettore; comunque ricordo quanto si trova scritto nell’introduzione dell’attuale capitoletto: sono affetto da un pudico e patologico romanticismo, e la Guascogna in inverno è meravigliosa!
Cieli quasi sempre tersi, clima mite, la vegetazione spoglia che mette in risalto tutta la grandiosa potenza delle sue creature centenarie, adorne di bellissime palle di vischio (vivo!), che adoro.
Più delle parole però contano le immagini; chi passasse dal Domaine de Pouchegu, per fare uno dei tanti esempi possibili, ne potrà ammirare un paio, che è quantomeno riduttivo definire maestose.
Per gli insensibili al fascino botanico e meccanico, suggerisco comunque di passare per gustare il suo pregevole distillato.
Per chi non si accontenta, è possibile ammirare viali ornati di querce, basta andare a visitare il Château de Mons (sede della Chambre d’Agriculture du Gers) e lo splendido Domaine de Lagrangerie, con annesso castello e abbazia.
Ai più curiosi segnalo la presenza in Guascogna anche di querce greche, sono al Domaine di Lagajan; il Signor Georgeacaracos si è perfettamente inserito in questo mondo senza dimenticare le sue origini.
Per gli increduli notifico la presenza di una quercia sessile anche nel giardino di casa mia, dono della Signora Denise Pascalin di Le Vignau.
Con tanta delicatezza, rivolgendosi a un’ultrasessantenne, aveva chiarito che sarebbe cresciuta molto lentamente.
Il fatto può anche testimoniare qualcosa sulla mia ottimistica attesa di vita, considerando che ha già raggiunto la ragguardevole altezza di 36 cm.
Naturalmente aspetto di vederla fruttificare.
Tornando all’inverno, ricordo che é anche il momento giusto per il foie gras crudo e intero e per il salmis di palombe; li cito pur temendo che si adombri una lieve ridefinizione della mia prevalente componente romantica.
In ogni caso non sono così sfacciato da sostenere che la solitudine, perché tale è di solito la mia condizione di viaggiatore invernale, debba almeno trovare sollievo a tavola.
Per il dopo cena ovviamente il programma può sempre essere diverso.